IL MONITORAGGIO
DELLE ACQUE SUPERFICIALI Dal punto di vista dell’idrografia superficiale, l’area interessata dall’ampliamento autostradale è caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua, molti dei quali intersecano direttamente il tracciato autostradale. I principali fiumi dell’area attraversano il territorio da ovest ad est con drenaggio orientale ed andamento quasi parallelo; in generale le valli sono strette e profonde nel tratto appenninico e più aperte nel tratto subappenninico. Per la maggior parte i corsi d’acqua presentano un regime torrentizio (con periodi di piena e di magra) a causa principalmente delle condizioni climatiche e della natura degli acquiferi. I corsi d’acqua sono per lo più caratterizzati da un continuo approfondimento del loro alveo; questa tendenza ha avuto inizio assai recentemente e sembra essere collegata anche a fattori antropici, quali edificazione di sbarramenti lungo i fiumi, uso del suolo ed estrazione di inerti in alveo. Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, in prossimità delle aste fluviali sono localizzate le poche aree ancora caratterizzate da vegetazione naturale e semi-naturale. Il progetto prevede l’ampliamento e l’adeguamento di vari ponti e viadotti; inoltre durante le lavorazioni, i corsi d’acqua e le aree perifluviali possono essere interessate dalla realizzazione di piste di cantiere e viabilità di servizio necessarie all’esecuzione degli interventi di progetto. Il Piano di Monitoraggio Ambientale per il settore delle acque superficiali ha quindi lo scopo di definire un sistema di controllo quali-quantitativo del reticolo idrografico, al fine di valutare le potenziali alterazioni indotte dalle opere autostradali in fase di realizzazione e di esercizio. La rete dei punti di controllo è stata definita sulla base del progetto autostradale, considerato nella sua globalità (tracciato e opere d’arte, aree di cantiere e campi base, viabilità di servizio, sistemazioni idrauliche e idrogeologiche, aree di deposito) e sulla base dell’inquadramento ambientale del progetto dal punto di vista del sistema idrografico, con particolare attenzione agli aspetti idrologico-idraulici e di qualità delle acque, tenendo conto degli effetti potenzialmente verificabili sul comparto idrico superficiale. Le alterazioni potenzialmente attuabili sul sistema idrografico nel corso dei lavori sono riferibili a tre categorie di effetti: • modificazione delle condizioni di deflusso (livelli, velocità, assetto dell’alveo), prodotte dall’inserimento di opere in alveo definitive o provvisionali; • modificazione delle caratteristiche di qualità fisico-chimica dell’acqua provocate dall’attività costruttive, e/o dallo scarico di sostanze inquinanti derivanti dalle lavorazioni e dagli insediamenti civili di cantiere; • modificazioni delle caratteristiche di qualità dell’ambiente fluviale complessivo, a seguito di alterazioni dell’habitat nei comparti idraulico, morfologico, chimico-fisico, biologico, vegetazionale (provocate da attività antropiche quali lavorazioni in alveo con mezzi meccanici, scarico di materiali in alveo ecc). Inoltre le eventuali alterazioni e impatti possono avere rilevanza a scala locale, in prossimità di una lavorazione puntuale, o a scala più ampia, a causa della propagazione verso valle di eventuali contaminazioni, o semplicemente a causa della continuità territoriale del reticolo idrografico. I punti di controllo verranno quindi posizionati in modo da: • monitorare i corpi idrici a monte e a valle dell’interferenza; • monitorare gli effetti verso valle delle eventuali contaminazioni. Il Piano di Monitoraggio riguarderà i corsi d’acqua della rete idrografica superficiale principale interagenti con il tracciato autostradale, secondo un’impostazione di indagini per campagne, Saranno inoltre oggetto di monitoraggio anche i bacini sperimentali di fitodepurazione, ove presenti. |